Se n’è andato un altro prete. Don Renzo Caserotti che un tempo era stato parroco a Ragoli, Montagne e Preore

Aveva solo 69 anni ma da almeno due era  ammalato. Stiamo parlando di don Renzo Caserotti nato a Cles ma originario di Cogolo di Pejo.Ordinato a Trento nel 1980 fu dapprima vicario parrocchiale a Trento in San Giuseppe (1980-1987), quindi nelle curazie di Ragoli, Montagne e Preore (1987-1995) e poi parroco, decano e delegato di zona a Cavalese (1995-2008) nonché amministratore parrocchiale a Daiano (2001-2002) e parroco di Masi (2007-2008).

“Con don Renzo eravamo soliti intrattenerci quando ero parroco da quelle parti tant’è che con frequenza mi soffermavo con i suoi genitori. Un buon rapporto e ora un grande ricordo” dice don Luigi Mezzi decano di due unità pastorali del Chiese. Le onoranze funebri sabato a Cogolo

Se n’è andato a 91 anni il maestro saldatore Aldo Zanetti – Domani lunedì a Darzo la funzione funebre

DARZO – Negli anni 60 l’indimenticabile maestro Remo Giovanelli e l’allora sindaco di Storo Pietro Zontini
erano riusciti ad insediare a Storo l’Istituto Enaip ( scuola meccanica) la cui istituzione aveva retto per quasi
dieci anni. Ebbene tra i primi docenti Osvaldo Giovanelli, Fiorenzo Cortella e Aldo Zanetti . Quest’ultimo se
n’è andato ieri l’altro a 91 anni all’ospedale di Arco le cui onoranze funebri si terranno domani lunedi ( 29 aprile) alle 16,30 in quel di Darzo. Aldo, lascia i figli Giordano e Alda e parecchi nipoti. A rito concluso la salma sarà traslocata per la cremazione.
“ Aldo – raccontava non più tardi di oggi il solo fortunatamente tuttora rimasto in vita Osvaldo – insegnava saldatura. La scuola raccoglieva giovani dall’intero fondovalle del Chiese. Poi la soppressione e il trasloco a Tione e Osanna”.

Ci ha lasciato Riccardo Riccadonna cronista e impegnato a più livelli – Classe 1952 ed era considerato davvero un buono – La testimonianza del fratello Graziano

FIAVE’ – Riccardo Riccadonna classe 1952 (73 anni) per il passato era alle dipendenze delle Terme di Comano. Da tempo non stava bene e negli ultimi sette mesi viveva presso la Casa di riposo per Anziani di Santa Croce dove se n’e andato in silenzio come era suo costume. Lascia le sorelle Fiorella e Roberta, i fratelli Graziano, Aldo, Donato, i cognati Mario e Silvano e le cognate Ivana e Paola con le rispettive famiglie, i nipoti e pronipoti.

 

Era una persona scrupolosa la cui scomparsa lascia sicuramente un segno. Per anni, come cronista, ha seguito lo sport locale per conto dei quotidiani Alto Adige prima e Trentino poi. Alle onoranze funebri, dentro la chiesa dei Santi Fabiano e Sebastiano di Fiavè, lo ha ricordato sia lo stesso celebrante don Gianni Poli e poi il fratello Graziano la cui testimonianza merita di essere riportata.

“Se vogliamo individuare un carattere peculiare di RICCARDO, lo possiamo trovare nella sua estrema affabilità verso tutti. Affabilità come amabilità verso tutte le persone, cordialità o bonarietà. Un BUONO per carattere, un BUONO per disponibilità verso tutti e tutto!

Per paradosso, il destino si è accanito piuttosto duramente verso il nostro RICCARDO, che appena andato in pensione dal lavoro che aveva tanto amato, di aiuto in cucina alle Terme di Comano, ha cominciato a risentire i primi effetti della malattia degenerativa e invalidante.

Sui campi di terra rossa, di Fiavé e soprattutto del Bleggio, Riccardo aveva gareggiato e aveva vissuto i suoi momenti migliori, sia come giocatore di tennis che come segretario a più riprese dei vari Tennis club locali.

Milanista e tennista. Per RICCARDO la tecnica e la postura del giocatore di tennis erano una sua prerogativa vissuta e fortemente ambita.

Insieme abbiamo fatto delle ottime partite, solo due anni fa!!

Nel campo sportivo, Riccardo si era segnalato nella gara classica di podismo, la LUCIOLADA, alle Terme di Comano, capitanandone la nutrita squadra.

Veniva da un’esperienza giovanile di organizzatore di giochi sportivi <proverbiale quella delle OLIMPIADI Sabadine, dove per i ragazzi del quartiere aveva fatto confluire tutti gli sport,continuata alle Terme con il premio LUCIFERO!

Il nostro Riccardo  era ricoverato alla Casa di riposo di Santa Croce di Bleggio: al personale medico e sanitario, alle infermiere e infermieri della Casa vada il nostro ringraziamento più sentito per l’assistenza amorevole ricevuta! Unitamente a quello dell’ospedale di Tione di Trento. Un grazie particolare a Dana che gli è sempre stata vicino!

MI RIVOLGO DIRETTAMENTE AL RICKY/Malgrado il deterioramento cognitivo degli ultimi anni, caro RICKY, avevi sempre mantenuto la tua aura di rispetto e considerazione per noi fratelli e sorelle, per gli amici del Circolo ANZIANI di Fiavé e per gli ospiti della Casa di Riposo di Santa Croce, con i quali hai convissuto gli ultimi mesi della sua esistenza e che ti salutano da lontano.

L’amicizia era il tuo vero cavallo di battaglia, per la quale ti eri speso e ti spendevi, perché credevi nell’amicizia come a un grimaldello per combattere i mali della società moderna in nome della solidarietà: e tanti sono gli AMICI accorsi anche in questa triste giornata, e che ringrazio caldamente uno a uno!”

TERMINO CON GLI AUGURI, COME TU AVRESTI VOLUTO/

Che la terra rossa del Bleggio a te tanto cara ti sostenga nel tuo nuovo cammino,

Che tu possa continuare le tue amate corse di bici in Paradiso,

Che ti faccia compagnia l’incontro con mamma Flora,

Che la terra ti sia lieve,

ciao RICKY

Quelle 500 persone (non di domenica) che ieri a Storo hanno preso parte alle onoranze funebri di Bortolino Gelpi lasciano un segno molto ma molto positivo – Stessa cosa dicasi anche per Federico Facchini salutato da oltre 1000 persone

STORO & RONCONE – Tanta gente in chiesa come ieri ai funerali di Bortolino Gelpi a Storo proprio non se ne vedeva da anni. Che ne dicano, moralisti o acculturati, ma le 500 e oltre persone che erano assiepate sotto le navate, e non era di Domenica, fanno non solo cronaca ma storia. Al primo banco la moglie Daniela con i figli Vigilio e Diego. Poi le sorelle Angela e Loredana con rispettivi mariti e figli.

Dentro i banchi nessun posto a sedere e lungo le corsie e ai lati oppure nei pressi della fonte battesimale e sul sagrato, gente e poi gente ancora.

“Non pensavo che all’obito di quell’umile uomo la valle rispondesse così tanto. E’ ben vero che c’erano alpini, coristi e uomini di sport la cui convergenza tanto consistente non era affatto scontata” fa presente Danilo Gualdi di Condino. Gli stessi familiari sono rimasti sorpresi ma molto compiaciuti. “A tutta quella gente va il nostro ringraziamento” dice Graziano Cominotti uno dei cognati di Bortolino.

Stessa cosa dicasi alla medesima funzione officiata nelle stesse ore a Roncone dove la salma di Federico Facchini veniva salutata per l’ultima volta da oltre 1000 persone.

Momenti che sono diventati ancora più struggenti soprattutto quando su un maxischermo, allestito all’interno della chiesa, venivano proiettate foto e video della quotidianità di Federico: con i genitori ancora bambino, con gli amici nelle feste, i balli ed il carnevale con i vari costumi” ricordava  nella descrizione giornalistica  di quella triste cerimonia  il collega Gianni Tagliaferri.

Foto da Agenzia funeraria Compostella Tione

L’ADDIO DELLA COMUNITA’ A FEDERICO

RONCONE – Tanta gente oggi ha voluto salutare Federico per l’ultima volta circondando con un’ondata di affetto straordinario i suoi familiari, provati dal dolore per la perdita di un figlio, di un fratello, di un nipote.

Ad una settimana dal tragico incidente nella chiesa di Santo Stefano di Roncone si sono svolti i funerali dello sfortunato giovane. Ad officiare il rito funebre don Celestino Riz, parroco di Roncone, coadiuvato da don Luigi Mezzi, arciprete dell’unità pastorale Madonna delle Grazie e don Igor Michelini già parroco di Roncone quando Federico venne battezzato.

Tocca proprio a don Igor nell’omelia ricordare il profilo di Federico e poi ricordare ai tanti giovani presenti nel periodo che segue la Pasqua di Resurrezione, il valore della Vita, bene prezioso che ci viene donato e che dobbiamo conservare.

Alla fine del rito funebre, prima di accompagnare Federico per sempre, tre suoi coetanei e compagni dei primi anni di asilo e di scuola lo salutano dal pulpito ricordando persino la generosità di Federico che alla ricreazione condivideva con loro la sua merendina.

Ricordi che descrivono un ragazzo solare, sempre pronto a divertirsi ma sempre pronto anche ad aiutare e confortare chi non aveva le possibilità che lui aveva.

Momenti  che diventano struggenti quando su un maxischermo allestito all’interno della chiesa vengono proiettate foto e video della quotidianità di Federico: con i genitori ancora bambino, con gli amici nelle feste, i balli ed il carnevale con i vari costumi.

La compostezza ed il silenzio assordante degli otto minuti di video, lascia il posto alla commozione ed al pianto d’addio, mentre il feretro viene accompagnato, sempre dagli amici, fuori dalla chiesa per l’ultimo viaggio, salutato con il lancio verso il cielo di palloncini bianchi e azzurri.

Lino è stato un onore conoscerti e frequentarti! Un grazie sincero per tutto quello che hai fatto in questi anni per il nostro coro. Buon viaggio!!

STORO – C’erano coristi e alpini di ieri e di oggi ma anche tanti amici che con Bortolino avevano lavorato, giocato o avuto a che fare. Aveva 73 anni e da due mesi non stava bene dove poi è deceduto all’ospedale di Tione dove era stato ricoverato. La sua squadra del cuore Settaurense 1934 era rappresentata con il gonfalone. Oggi (venerdì 5 aprile) la chiesa di San Floriano era strapiena e dal sagrato era possibile recepire quanto andava dicendo il celebrante. Da una conta sommaria 500 persone se non di più.

La corale intona da subito Eccomi, poi è la volta di Signore Pietà. All’omelia don Andrea Fava parla delle “relazioni fraterne che Bortolino aveva e conservava”. Poi “lui era solito intrattenere rapporti, era a disposizione e alla mano. Non ultimo tanta moralità, un’educazione esemplare nei confronti di chi incontrava”.

Al primo banco la moglie Daniela i figli Vigilio e Diego nonché le sorelle Angela e Loredana. Filiberto Zucchelli è storese pure lui  anche se vive dalle parti di Stresa ma da dove abitava Bortolino ci sono solo cinquanta passi. “Bortolino era una persona che faceva trasparire amicizia e grande rispetto. Con lui era impossibile alzare la voce o dover discutere. Un vicino di casa con il quale confinare per tutta la vita. Ci si incontrava in Piazzetta Cortella dove era solito intrattenermi”. Ci sono le figlie del compianto medico Mario Delaiti che ora vivono a Vezzano la cui tenuta si avvaleva come fattore di un certo Fiorindo (Firi) che di Bortolino era poi lo zio.

Poi è la volta di Erik Radoani presidente del Coro Valchiese dentro il quale Bortolino, come secondo tenore, cera dal 1985. Rivolgendosi ai suoi dice: “Il vostro Bortolino, prima di far parte al Valchiese, aveva incominciato a cantare con il Coro Vecia Storo quando era poco più di ventenne. Era e rimane un esempio per tutti noi”. Oggi piangiamo la morte di un amico vero che si è sempre fatto volere bene da noi. Da lassù Bortolino potrà continuare a cantare con coloro che lo hanno preceduto e in particolare con l’amico Francesco. Lino è stato un onore conoscerti e frequentarti! Un grazie sincero per tutto quello che hai fatto per il nostro coro in tutti questi anni. Buon Viaggio!!

Quindi la cantata Amici Miei e Signore delle Cime e il suo trasferimento con il parco macchine B2 a Trento per la cremazione.

Domani i funerali di Federico Facchini nella chiesa di Roncone

Si svolgeranno domani venerdì 5 aprile nella Parrocchiale di Santo Stefano a Roncone i funerali di Federico Facchini, il giovane ventenne scomparso a seguito di un tragico incidente stradale venerdì 29 marzo in località Saone.

Tante le persone che accompagneranno Federico e la sua famiglia nel suo ultimo viaggio terreno, ma saranno soprattutto i giovani, suoi compagni di tante feste passate insieme, a volerlo salutare come loro solo sanno fare.

Non vi saranno discorsi o ricordi dal pulpito, ma verranno ricordati i momenti più belli estrapolando dai loro social tante situazioni condivise tanto da creare un filmato che verrà proiettato alla fine della cerimonia funebre.

Dicevamo i momenti più belli, perché la presenza di Federico sarà palpabile, allegra e solare quando la spensieratezza vinceva sulla tristezza e sul dolore che ci accompagnano nel momento del distacco definitivo dalle cose terrene e tra queste anche il distacco dagli affetti più cari, leniti forse solo dall’affetto della gente.

La gente e gli sportivi di Storo ricordano Bortolino Gelpi

STORO – Da un anno a questa parte aveva problemi fisici e ieri è deceduto all’ospedale di Tione dove si trovava da giorni. Si è spento in silenzio e con la sua solita dignità come era solito fare in qualsiasi altra evenienza. Stiamo parlando di Bortolino Gelpi, aveva 73 anni e lascia la moglie Daniela e i figli Vigilio e Diego oltre alle sorelle Angela e Loredana. Le onoranze funebri si terranno domani venerdì 5 aprile alle 14.30 presso la vicina arcipretale a due passi dalla sua casa la cui salma sarà poi trasferita a Trento per la cremazione.

Serio e attaccato alla sua famiglia ma anche in ambito calcistico Bortolino era stato un grande quando tra le retrovie della Settaurense sapeva distinguersi con eleganza e molta sportività. “Piuttosto che ricorrere alle maniere forti lui era solito subirle e guardare avanti” dice di lui l’amico e compagno di squadra Simone Giovanelli.

Lo stesso Simone con altrettanta emozione aggiunge: “Mai una protesta nei confronti di avversari ne tantomeno verso il direttore di gara. Tra un tempo e l’altro cercava solo di rendersi conto su come affrontare o cambiare strategia onde contenere il diretto avversario”.

Il ricordo di Federico che appena cinque giorni fa perdeva la vita sulla strada

Oggi, martedì 2 aprile, a cinque giorni dall’incidente in cui ha perso la vita Federico Facchini, sulla salma del giovane è stata effettuata l’autopsia, presente anche un perito di parte civile nominato dal legale della famiglia.

Sono giorni tristi, questi vissuti dalla famiglia di Federico ma confortati dal grande calore umano ed affettivo di tante persone soprattutto di tanti giovani che non mancano di passare presso l’abitazione per salutare o solo per dare, anche in un silenzio irreale, un segno di solidarietà con un abbraccio, con lacrime condivise o con poche parole di conforto.

Mamma Daniela, papà Renzo ed il fratello Andrea sul ricordo che verrà distribuito il giorno del funerale hanno racchiuso in una semplice frase tutto il dolore di questi giorni “Insieme a te è volato in cielo un pezzo del nostro cuore”.

Cuore che dovrà diventare uno scrigno dei ricordi più belli di Federico vivo, quando, nella sua grande gioia di vivere, riusciva a coinvolgere e condividere con tanti amici i momenti di felicità e spensieratezza tipici di ragazzi che si affacciano alla vita e la vita sembra sorridere a loro, nascondendo loro il lato beffardo o il rovescio della medaglia dell’esistenza.

Federico, serio, onesto e preparato lavoratore per la sua giovane età, che proprio sulla via del ritorno da una giornata lavorativa perde la vita il giorno precedente il suo ventesimo compleanno che avrebbe dovuto festeggiare con i suoi amici, che oggi lo piangono e cercano sui loro social i momenti più belli da ricordare.

A breve, terminati tutti gli adempimenti burocratici, Federico verrà restituito alla famiglia che finalmente potrà salutarlo per sempre assieme a quanti gli hanno voluto bene.

Alle 15:00 di sabato, 30 marzo 2024, a Tiarno di Sopra, si sono svolti i funerali di Maurizia Vescovi in Cellana.

LEDRO – Si sono svolti alle 15:00 di sabato, 30 marzo 2024, a Tiarno di Sopra,

le onoranze funebri di Maurizia Vescovi in Cellana.

In Chiesa, assieme al marito Cornelio, alle figlie Lucia (con Federico) e Stefania (con Lucas), ai nipoti Daiana e Giulio, ai fratelli Rinaldo (con Teresa), Enzo (con Vanna), Walter (con Giulia), agli altri nipoti

Rita, Simone, Andrea, Giorgio, Laura, Mauro ed Elisa, anche i pronipoti, i cugini, i parenti e tante persone che hanno voluto bene a Maurizia.

Tutti concordi nel dire che “E’ con grande dolore che ti abbiamo perduta, ma ci rimarrà per sempre il tuo fulgido esempio”.

Sono convinto che ti saresti arrabbiata con me, perché non ti piaceva che potesse essere

reso pubblico il bene che facevi in silenzio, per quanto ti avessi sempre detto le seguenti parole:

Fai del Bene e scordalo, fai del Male e pensaci.

Mi sembra giusto, però, ringraziarti per tutto ciò che hai fatto, in aiuto ad un bambino

gravemente cerebroleso, abitante in Riva del Garda : per anni, ogni giovedì, dedicavi due ore del tuo tempo a fare una faticosa ginnastica (lo schema crociato), che ha consentito al piccolo di recuperare un coordinamento nei suoi movimenti, per permettergli di muoversi con più facilità.

Facevi parte dell’ Associazione A.V.U.L.S.S. di Riva del Garda, che ha sempre apprezzato il tuo silenzioso impegno nelle attività di Volontariato Gratuito.

Spero fermamente e con Fede che, ricordando le Parole di Gesù (Tutto quello che avrete fatto perle più piccole delle Mie Creature è come se lo aveste fatto a Me) tu possa ottenere la giusta ricompensa nel Regno dei Cieli, in occasione della Morte e Resurrezione del Nostro Salvatore Gesù Cristo.

Ciao Maurizia, Riposa in Pace.